La Sala Operatoria del futuro e le best practice di telemedicina nei processi di cura sono i temi al centro della giornata introduttiva del secondo meeting Nazionale AiSDeT, in programma il 24 novembre. Alle ore 11.55, in particolare, il meeting ospiterà un focus sulle piattaforme intelligenti per la Sala Operatoria del futuro, con l’intervento a cura di Luigi Messina, Responsabile controllo di gestione e gestione operativa ASST Santi Paolo e Carlo di Milano e socio fondatore di INGESAN, Associazione Ingegneri Gestionali in Sanità.
L’intervento si concentrerà su i temi dell’innovazione organizzativa e digitale nel percorso del paziente chirurgico, presentando lo stato dell’arte della tecnologia in sala operatoria in Italia e all’estero, con un focus particolare sui casi d’uso italiani più significativi. La presentazione si propone come un momento utile per fare il punto sui vantaggi in termini di outcome clinici e economici che derivano dall’adozione di soluzioni innovative nonché su quali siano i fattori abilitanti e le criticità più diffuse ancora oggi.
“L’incontro sarà l’occasione per effettuare una fotografia e un confronto realistico su quale possa essere l’impatto dei processi innovativi nella sala operatoria e di quanto, invece, succede nella realtà” – dichiara Luigi Messina, che sottolinea l’importanza dell’introduzione di innovazioni tecnologiche e organizzative a livelli diversi: dalla logistica dei beni alla logistica dei pazienti fino alla digitalizzazione della cartella anestesiologica del pre-ricovero e intraoperatoria, per giungere ai servizi di supporto al management e all’accesso ai servizi (come l’ottimizzazione della programmazione del percorso chirurgico lo scheduling attività e il monitoraggio degli indicatori di performance).
“L’adozione di piattaforme intelligenti per la sala operatoria e per il percorso chirurgico sta assumendo un carattere di forte urgenza soprattutto in questa fase di superamento dell’emergenza: è infatti necessario ridurre i tempi di attesa e favorire il recupero di tutti gli interventi chirurgici rinviati durante le fasi più acute della pandemia, cercando una maggiore ottimizzazione delle risorse ma assicurando al tempo stesso, la massima sicurezza per il paziente e per il personale medico stesso” – conclude Messina.