Connected care, COT e innovazione nei processi di presa in carico dei pazienti sono i temi della tavola rotonda in programma il 25 novembre, nell’ambito della seconda giornata del meeting nazionale AiSDeT.
Parteciperanno al tavolo, coordinato da Sergio Pillon, Coordinatore per la Transizione digitale ASL Frosinone, Ettore Attolini (Direttore Reti cliniche AReSS Regione Puglia)
Giampaolo Stopazzolo (Direttore Area Sociosanitaria ULSS Vicenza – Azienda zero Regione
Veneto), Christian Fedeli (Head of Product and Professional Services – Area Territorio Dedalus Italia) e Santiago Spadafora (Medico Dirigente Casa de Salud Buenos Aires).
“L’incontro rappresenta un’occasione importante per fare il punto sull’urgenza e sul reale valore delle iniziative di sanità digitale per la cura dei pazienti a distanza – spiega Sergio Pillon. “Parlare di Connected Care oggi significa sottolineare come la tecnologia rappresenti un supporto irrinunciabile che integra l’atto medico e potenzia le possibilità di cura, ma non le sostituisce”.
“L’adozione su larga scala della televisita, della ricetta dematerializzata, del telemonitoraggio e le soluzioni per la teleriabilitazione rappresentano un passo importante nell’evoluzione del processo di cura del paziente e nel lavoro quotidiano dei medici, che riescono adesso a superare il senso di “distanza” dai pazienti. Ma è importante sottolineare come, ad oggi, il vero valore aggiunto della connected care vada ricercato nella possibilità di raccolta dei dati, che rappresentano l’elemento di base su cui poi poter costruire modelli di medicina ancora più efficaci ed efficienti, a beneficio delle cure dei singoli ma anche dell’intero SSN”.
Un punto, questo, che però vede l’Italia ancora in ritardo nel panorama internazionale: “Se guardiamo ad oggi – specifica – nel nostro paese scontiamo ancora un pesante ritardo infrastrutturale e talvolta culturale, anche a livello di management, che ci colloca alle ultime posizioni del DESI, l’indice della Commissione europea che misura i livelli di digitalizzazione dell’economia e della società A livello generale, siamo ancora in 25° posizione su 28 Stati membri dell’UE, posiziona che denuncia un ritardo che si riflette anche nelle iniziative di sanità digitale e nei servizi di Connected Care, ancora poco adeguati alla reale domanda: ad esempio, alcuni importanti strumenti quali il Fascicolo Sanitario Elettronico sono ancora visti come strumenti orientati al controllo di gestione, mentre sarebbe urgente impegnarsi a trasformarlo in un supporto davvero utile alla cura”.
“L’esperienza pandemica ha evidenziato la gravità di questi ritardi e aiutato a riflettere su come l’innovazione vada intesa anche a livello organizzativo e manageriale. Inoltre – conclude Pillon – la pandemia ha creato una maggiore consapevolezza sull’importanza di questi nuovi approcci anche nei pazienti, la cui domanda di servizi di telemedicina è in continuo aumento. Una urgenza sottolineata anche dal PNRR che chiama tutti i soggetti coinvolti ad agire subito”.